Per quanto una persona possa pensare che la vita sia lunga, difficilmente riuscirà a comprendere che un giorno dovrà comunque finire.
Ogni giorno siamo presi da mille pensieri e mille problemi, in cerca di soluzioni e di alternative, osannati ad immaginare che presto potremo fare ciò che desideriamo veramente per essere felici, mettendo in secondo piano la nostra vita ed il nostro benessere personale.
Se guardiamo alla vita professionale di un manager o di un titolare d’azienda possiamo solo constatare che dedica gran parte dei suoi giorni al lavoro, per gestire e far crescere un’azienda.
Ma quando i compiti sono importanti e il lavoro diventa stressante, è possibile trovare tempo per se stessi, per le relazioni che contano e per le persone care?
Capita troppo spesso di cadere in un meccanismo senza fine in cui il tempo e i risultati diventano prioritari rispetto alla vita stessa. Questa è una trappola che costruiamo giorno per giorno, illudendoci possa portarci alla felicità ed al benessere.
Passiamo tutti dalla RUOTA DEL CRICETO
E’ un luogo all’apparenza sicuro in cui quotidianamente, per 365 giorni all’anno, crediamo di vivere una vita normale e predestinata, proprio come ci hanno programmato alla nascita ed all’adolescenza.
Il sistema ci porta a farci piacere questa ruota e, giornalmente, ci nutre la mente di tanti input per farci intendere che è la miglior soluzione di vita per ognuno di noi.
Solo chi ha messo un piede fuori dalla ruota, e poi fuori dalla gabbia, ha capito che il mondo e la vita sono ben altro, oltre il lavoro ed il sistema stesso.
Capita che anche all’uomo migliore sulla Terra, plurilaureato e ai vertici di grandi multinazionali non venga in mente di mettere un piede fuori dalla ruota il prima possibile. Magari pensa di fare quel passo in un futuro prossimo, tra un mese o un anno, quando avrà completato la sua scalata o il suo obiettivo aziendale.
Entriamo tutti in questa ruota, ma possiamo venirne fuori.
Il primo passo per capire l’importanza di una vita è conoscere qual è la priorità della vita stessa: vivere per lavorare o lavorare per vivere?
Esempi di grandi uomini d’azienda come Sergio Marchionne, che non aveva di certo bisogno di lavorare per avere maggiori entrate, copriva una carica importante in FCA e aveva un’ottima squadra di collaboratori. Tutti noi immaginiamo che il suo impegno ed i sacrifici fatti sul lavoro siano stati dettati da una grande ambizione e da una grande passione per ciò che faceva: aveva messo al primo posto la responsabilità che aveva su migliaia di persone, lavoratori, collaboratori ed azionisti. Investiva tutto il suo tempo nel lavoro e, nel momento in cui avrebbe lasciato la sua carica, quel tempo è venuto a mancare, anche per se stesso.
Siamo sempre in tempo per uscire da questa ruota, creata dalla passione, dall’esigenza, dall’ambizione o dall’egoismo.
Siamo sempre in tempo per vivere la vita secondo una priorità che ci permetta di stare bene con noi stessi e con gli altri, prima che sia troppo tardi.
Anche oggi siamo in tempo per farlo, senza giudicare nè giudicarci.
Siamo sempre in tempo, oggi.
Stefano Macrì