Tutto passerà!

Una sosta forzata

Nel trascorrere questi giorni, in cui il tempo sembra essersi fermato, mi torna in mente quel periodo in cui mi sentivo attanagliato da pensieri negativi e impotente di fronte ad una situazione che ritenevo insuperabile. Qualcuno mi diceva “Vedrai, tutto passerà!”, ma io non riuscivo ad immaginare come potesse risolversi una situazione così grave.

Sentivo che non avevo via di scampo: dovevo sottostare a quanto era accaduto e alle sue conseguenze, senza pensare minimamente alla possibilità di trovare una via di fuga da tutti quei miei problemi.

Quando ti trovi costretto ad una sosta forzata, senza alcuna possibilità di riprendere la tua normale routine, sembra quasi che la vita si debba fermare da un momento all’altro.

Il problema di fondo, forse, si nasconde proprio dietro alla routine. Nella corsa di tutti i giorni, diciamo che “non abbiamo il tempo” per fare altro.

Spesso, siamo presi da attività in cui dobbiamo essere sempre più concentrati, da abitudini che ci isolano nei nostri pensieri e da distrazioni che ci fanno perdere la cognizione del tempo.

Concentrarsi su se stessi e su ciò che accade in ogni istante della nostra vita è diventato secondario rispetto a tutto il resto a cui abbiamo assegnato, incautamente, la priorità.

 

Messi a dura prova

Oggi veniamo messi alla prova e tutti noi stiamo subendo dei duri colpi a livello personale e lavorativo: genitori che non sanno a chi lasciare i propri figli, imprenditori che vedono ridurre, o annullare, gli ordinativi e posticipare gli incassi, personale medico sanitario che si trova a lavorare notte e giorno per cercare di contenere l’emergenza, volontari e persone impegnate in attività di sicurezza che devono fare i conti con i presidi e l’ordine pubblico, insegnanti corsi ai ripari per dare un minimo di continuità al percorso scolastico, bambini e ragazzi che fanno difficoltà a comprendere la gravità di questo momento, anziani a rischio impauriti e spesso troppo soli per affrontare la situazione.

Se ci fermiamo un attimo e comprendiamo l’importanza di rispettare quelle minime norme e regolamenti che ci sono stati dettai, capiamo anche che è inutile lamentarsi e continuare a dibattere se giusto o sbagliato.

Abbiamo una grande opportunità ed è quella di fare adesso ciò che avremmo potuto fare più avanti: passare più tempo con i nostri cari, ribaltare le priorità, trovare soluzioni a prossime evenienze di questo tipo, riflettere su come ripartire più forti di prima.

 

Ognuno ha una sua battaglia da combattere e mi rendo conto che ognuno ha una sua difficoltà nel gestirla.

Non è facile come qualcuno pensa. La solitudine, la paura di essere contagiati, il rischio di fallire, di perdere il lavoro o di non percepire lo stipendio e l’impotenza, diventano armi letali per il buon senso.

Ed è proprio il buon senso quello che dovrebbe prevalere in questo momento. Ma come si può pretendere che una persona impaurita affronti una situazione d’emergenza o di pericolo, con il buon senso anziché con l’istinto?

 

Non è la fine del mondo

La paura è il miglior alleato dell’uomo di fronte ad un pericolo, perché ci evita un dolore e ci aiuta ad affrontarlo o a fuggire da esso, ma quando questo diventa incessante, rischia di mettere sotto stress ogni individuo, a meno che non prevalga in lui la consapevolezza.

Abbiamo visto scene di tutti i tipi in questi giorni e molte sembravano apocalittiche. Spesso, di fronte ad esse, mi ritrovavo senza parole, altre volte ho pensato che il silenzio fosse doveroso, per evitare discussioni inutili e conflitti con chi non la pensa come me.

Per chi ha vissuto sempre nella routine, senza che questa fosse compromessa da qualche difficoltà o da qualche imprevisto, ecco che è giunto il momento per mettersi alla prova. Prima o poi doveva arrivare e si presenta sottoforma di emergenza, con la possibilità di essere contagiati da un virus che non si conosce.

Arriva senza alcun avviso e mette in ginocchio le nostre attività, ci fa correre al supermercato per fare scorte di cibarie, ci fa scappare nel cuore della notte per paura di dover stare in un luogo per troppo tempo.

Se non abbiamo già affrontato situazioni difficili in passato, diventa ancora più problematico gestire quello che per un individuo potrebbe sembrare la fine del mondo.

 

Dieci anni fa, nel momento in cui stavo perdendo tutto, mi stavo convincendo che nulla sarebbe più stato come prima. Non sapevo più cosa fare, ma avevo sempre un filo di speranza ed era quello che mi permetteva di avere molti più momenti di lucidità, rispetto a quelli offuscati da pensieri negativi.

Oggi, dopo aver perso tutto, posso confermarti che niente è rimasto come prima, al di fuori dei valori in cui credo e delle persone che mi sono state vicine.

 

Nulla sarà come prima, ma ce la faremo!

Quando tutto passerà nulla sarà più come prima: cambieranno le persone, i pensieri, l’economia, la scuola e il mondo del lavoro.

Nasceranno nuovi lavori, si faranno nuove conoscenze in ambito scientifico, si attueranno piani di investimento per rilanciare l’economia (già in crisi prima dell’arrivo del coronavirus), si adotteranno nuovi metodi di insegnamento e si potrà lavorare in modo completamente nuovo rispetto a prima.

 

Quando tutto passerà saremo persone cambiate, dentro e fuori; avremo la possibilità di riavvicinarci a chi abbiamo sempre temuto e di relazionarci con gente nuova, senza le molteplici barriere che avevamo creato prima di questo evento. Comprenderemo quanto sia importante il contatto fisico con le persone a cui vogliamo bene, rispetto al mondo virtuale in cui ci stavamo sempre più chiudendo.

Apprezzeremo di più la natura e il senso di libertà. Noteremo più facilmente quei gesti di gentilezza e gratitudine, che fanno bene all’anima e che ci rendono persone più felici.

 

Quando tutto passerà mi auguro che gli errori, i sacrifici, le persone che ci avranno lasciato nel frattempo, rimangano impressi in tutti noi, di modo che si possa affrontare con maggior consapevolezza ogni sfida che insieme, prima o poi, saremo nuovamente chiamati ad affrontare, più forti di prima.

 

Vedrai, tutto passerà e, insieme, ce la faremo!